LETTERA
APERTA AI COLLEGHI COMMERCIALISTI
La società civile ha il dovere di
contrastare la criminalità organizzata per rendere la vita democratica e partecipativa
effettivamente libera da condizionamenti.
La penetrazione delle mafie, al sud come al
nord ma anche sulla scena internazionale, nasce grazie al verificarsi di una
pre-condizione di vuoto etico degli attori principali della vita
quotidiana.
Spesso abbiamo pensato, e purtroppo anche per
un lungo periodo, al fenomeno mafioso, così come a qualsiasi altro fenomeno
criminoso associativo, come a una realtà appartenente solo a certe “aree
grigie” della società e a fenomeni strettamente legati all’attività di “criminali
tra criminali”.
La società civile, nel corso degli anni passati,
non ha tenuto conto e non ha voluto vedere che la forza delle associazioni
criminali risiede proprio nella capacità che esse hanno di collegarsi con “agenti”
esterni al nucleo criminale.
Le associazioni mafiose hanno avuto,
storicamente, un bacino di connivenze e complicità, che, a volte inconsapevolmente,
hanno generato ramificazioni nell'indifferenza totale e nella presunzione che
quello del crimine organizzato fosse un problema degli altri.
Le mafie hanno sempre mirato a infiltrare
l'economia e condizionare la politica.
Lo hanno fatto in passato e continuano a
farlo con nuovi strumenti e maggiore capacità di penetrazione, approfittando di
un tessuto sociale oggi molto fragile e disgregato.
C'è, nel nostro paese, un'illegalità diffusa
che non va confusa con le mafie, ma che rafforza una mentalità favorevole alle
logiche mafiose.
Per questi motivi ritengo fondamentale che i
professionisti, più di ogni altro settore di attività, siano “attori” sensibili
di una realtà complessa e articolata.
Sappiamo bene che la corruzione significa 120
miliardi di euro sottratti ogni anno ai servizi sociali, alla scuola, al
lavoro, alla sanità, cioè alle basi della democrazia: una tassa di 2000 euro
per ogni cittadino!
Ricordiamo tutti quanto diceva il prefetto
Dalla Chiesa quando affermava che per sconfiggere le mafie bisogna dare come
diritto ciò che esse offrono come favore.
Non è possibile costruire una società
migliore, votata al “bene comune”, se non facciamo nostra la filosofia del
rispetto della legalità come principio fondativo del diritto di cittadinanza.
Per far ciò ognuno di noi deve assumere un comportamento conseguente.
La pericolosità del sistema mafioso impone ad ogni soggetto
sociale, singolo o associato, pubblico o privato, di svolgere un ruolo attivo
nel contrastarlo.
La Mafia si potrà sconfiggere solo se a combatterla non saranno più alcuni soggetti isolati, ma tutte le istituzioni, compresi gli Ordini Professionali oltre che la larga maggioranza della società civile, anche attraverso l’assunzione simbolica, ma per questo fortemente significativa di un impegno morale, di un atto di impegno etico contro TUTTE LE MAFIE.
A tal al fine proporrei di avviare una discussione per
verificare la disponibilità dei colleghi singoli e dell’Ordine Professionale a
cui apparteniamo a sottoscrivere il “Manifesto dei Professionisti Liberi”
promosso da LiberoFuturo e Addiopizzo.
Sarebbe un bel segnale di impegno civico.
Campobello di Mazara 07 maggio 2014
Dott. Victor Di Maria
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