domenica 29 giugno 2008

TECNICHE DI MARKETING APPLICATE ALLA POLITICA

Il marketing politico-elettorale nasce come naturale evoluzione delle tecniche di comunicazione utilizzate nelle campagne elettorali moderne, come strumento necessario per confezionare flussi comunicativi che raggiungano efficacemente l’elettore, presentandogli nel migliore dei modi un’offerta politica.

E’facile comprendere come la materia derivi direttamente dal marketing commerciale, fatte salve le ovvie differenze dovute ai differenti “prodotti” che le due discipline hanno ad oggetto.

L’elettore diventa soggetto in funzione del quale sono prodotti i flussi di comunicazione e stabilite le strategie di marketing politico-elettorale.


Iil filo conduttore è quello della comunicazione e del marketing politico, ciòè quello che i due schieramenti hanno fatto (o non fatto) per vincere la battaglia mediale ed ai motivi che hanno spinto i due schieramenti a compiere determinate scelte comunicazionali.

La scelta operata dallo schieramento di centro destra + lega è stata quella di puntare ad utilizzare un linguaggio in grado di penetrare immediatamente la soglia di percezione dell'elettore su interessi pragmatici, poco dottrinali e sociologici, più pratici.

La sicurezza fatta diventare poi azione contro gli immigrati come i maggiori responsabili della mancanza di sicurezza, la lotta al malessere economico fatta diventare come "protesta anti-Prodi" e quindi anti Veltroni per il livello di pressione fiscale raggiunto, la questione dei "Comunisti" che in una Italia senza memoria è stata fatta passare come la "Scelta" di chi non vuole problemi economici e statalismi e di chi vuole uno stato libero da lacci e laccioli, uno Stato più leggero, più snello, con meno controlli e più facilità di fare "business".

Questa tecnica di marketing raccoglie l'attenzione e, per quanto hanno dimostrasto i risultati elettoriali, il consenso della maggioranza degli italiani.

Una parte consistente degli italiani si sono convinti che il "bene" sta da una parte scarsamente ideologizzata, e il "male" dall'altra parte, parte che incorpora ed eredita il "DNA" dello statalismo e del "Comunismo".

Chi ha vinto ha fatto un capolavoro sul piano del "far percepire" una realtà che poco ha a che fare con i veri motivi dei malesseri dello Stato e deli italiani medisimi.

E l'applicazione delle tecniche di marketing mediatico da parte di chi ha vinto continua in modo scientifico. Una prima fase è stata caratterizzata da un atteggiamento da dottor Jekyll. Necessario per saldare e congiungere il linguaggio "guerraiolo" dell'ultima fase della campagna elettorale con la primissima della fase istituzionale.

Adesso la tecnica prevede lo sfruttamento della migliore fase dell'indice di "gradimento" dell'azione di Governo da parte del "Pubblico" italiano per far passare tutte le leggi che, diversamente, in una fase di calo sarebbe difficle senza provocare l'inevitabile protesta anche "piazzoiola".

Quale è il compito dell'opposizone ?

L'unica che effettivamente viene percepita come tale è quella di "Antonio Di Pietro". L'altra sembra invece un "sceneggiata" che rende ancora più complessa la situazione generale.

La cosa migliore sarebbe quella di meditare. Il rischio della perdita di sostanza della democrazia impone a tutti l'assunzione di uno spirito più attento, meno "partitico", più serio.

Il pericolo è far diventare questa nostra Italia come un grande "supermarket" dove i migliori prodotti sono quelli meglio confezionati, al di là del loro contenuto.

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